Creare esperienze vocali su Google Assistant
Google ha messo a disposizione l’opportunità di creare e personalizzare esperienze vocali direttamente integrabili su Google Assistant, introducendo due “nuove” modalità di approccio:
- attraverso i template di Actions on Google;
- attraverso i dati strutturati.
Le strade possibili per offrire una vocal experience customizzata agli utenti sono quindi la progettazione di una Google Action o l’implementazione all’interno delle pagine web dei dati strutturati, per una Voice Search più completa.
Vediamo quali sono le possibilità di business per entrambe le opzioni.
I template di Actions On Google
Progettare una Google Action è ora alla portata anche di chi non ha una formazione approfondita in sviluppo informatico: la piattaforma di development Actions On Google è stata lanciata da Google nel 2016 ed è stata resa disponibile in Italia nel 2018.
Come funziona? La console, utilizzabile da chiunque abbia un account su Google, permette di costruire applicazioni vocali a partire dai tool di Google per l’elaborazione del linguaggio naturale. In questo modo le aziende possono integrare i propri contenuti e i propri servizi all’interno di uno tra i dispositivi vocali più diffusi al mondo.
Per una maggior tutela dei contenuti all’interno dell’Assistente, Google si riserva di approvare le applicazioni prima di pubblicarle, per monitorare l’identità delle proposte e tutelare gli utenti.
Come arrivano le persone alle Google Actions? Le possono trovare semplicemente andando sulla sezione “Esplora” dal menu dell’Assistente.
I template delle Actions a disposizione non sono altro che delle tipologie predefinite di interazioni, come dei “format vocali”, che si possono popolare con dettagli specifici.
La console di Actions On Google propone una scelta tra alcune personalità predefinite di voce (con un Tone Of Voice già stabilito) e chiede di compilare un semplice foglio sul quale inserire i contenuti dell’esperienza.
Grazie ai template è possibile creare:
- Trivia, un gioco di cultura generale con domande e risposte;
- Flash Cards, per fare dei questionari su un argomento in particolare e testare il livello di conoscenza dell’utente;
- Personality Quiz 2, che in base alle risposte di chi partecipa l’assistente assegna una personalità;
- How-to video, dei tutorial per illustrare una sequenza di azioni e ottenere il risultato desiderato.
È possibile, inoltre, per i template Trivia e Flash Cards, selezionare l’opzione multilingua: l’utente verrà automaticamente indirizzato ai contenuti della sua lingua madre, una volta inserita tra le opzioni di traduzione.
I template danno la possibilità ai brand di sfruttare la struttura ludica per divulgare il proprio business, ad esempio costruendo un How-to video per mostrare un prodotto di lancio, accessibile a un utente in pochi comandi vocali.
Nella Guida Ufficiale di Google trovi un esempio per ogni tipologia e le istruzioni su come costruirne uno.
I dati strutturati
Un’altra modalità di progettazione di applicazioni su Google Assistant è tramite l’aggiunta dei dati strutturati.
I dati strutturati sono meta-informazioni che offrono ai motori di ricerca degli indizi espliciti con lo scopo di migliorare la comprensione delle pagine web e di esplicitarne la tipologia.
Google, inoltre, li utilizza per arricchire i risultati di ricerca dando agli utenti una maggiore quantità di informazioni aggiuntive direttamente in SERP.
Nel caso di Google Assistant, i dati strutturati possono essere utilizzati per generare una Google Action, che varia a seconda della tipologia, del device e della disponibilità nel paese di destinazione.
Quali sono le tipologie di contenuto ad oggi supportate? Attualmente le proprietà coinvolte sono: Podcast, Ricette, News, How-to e FAQs.
Nell’immagine seguente vediamo un esempio di Google Action generata attraverso un’aggregazione di notizie (tipologia News) facenti parte del carosello delle notizie principali. Questa tipologia di risultato viene visualizzata se il device è dotato di display e browser, poiché l’approfondimento avviene nel sito web fonte della notizia.
Un altro esempio di dati strutturati sono le FAQ, che possono essere utili per illustrare un servizio e diventano anche intuitive da utilizzare tramite la voce: l’effetto ottenuto è molto simile al rivolgersi ad un servizio clienti che risponde a ogni richiesta.
Nell’esempio seguente, la Google Action ottenuta in risposta ad una query (effettuata in lingua inglese) riporta il logo del brand, la domanda e la risposta, che vengono estratte dai dati strutturati.
Questa tipologia di risposta può essere ottenuta solo su un device che possiede almeno il display.
Un ulteriore esempio di dati strutturati si ha con le ricette. La ricetta rappresenta, con ogni probabilità, il tipo di contenuto più evoluto e performante utilizzabile in Italia.
Di seguito un esempio di ciò che si ottiene da smartphone chiedendo all’assistente come si prepara un dolce, nel dettaglio il tiramisù. Si tratta di una Google Action, molto simile a quella delle News, che corrisponde fedelmente al box delle ricette che si trova nelle SERP per la stessa query di ricerca.
Se la stessa query di ricerca viene fatta ad un assistente dotato di smart display, come Google Nest Hub, si possono ottenere delle ricette diverse rispetto a quelle proposte dall’Assistente su smartphone o dal box delle ricette in SERP.
Il motivo è legato al fatto che, su smart display, vengono visualizzati principalmente i risultati che, nella definizione dei dati strutturati di tipo “Recipe”, hanno gli attributi recipeIngredient e recipeInstructions valorizzati.
Una volta ottenuta una serie di ricette e selezionando quella desiderata con un tap sul display o pronunciando un comando, ad esempio, “apri la prima”, non si verrà condotti alla pagina web che descrive gli step di preparazione, ma interverrà Google Assistant che guiderà l’utente nella realizzazione del piatto, degli ingredienti iniziali fino alla fine della ricetta, attraverso il supporto del display e della voce.
Nelle seguenti immagini è riportato un estratto dell’implementazione dei dati strutturati che permettono l’esperienza della ricetta guidata da Google Assistant.
Un aggiornamento di Google ha introdotto una novità nei box delle ricette delle SERP mobile. È comparso, infatti, il bottone “Cucina” per tutte le ricette che possiedono i dati strutturati sopra descritti e nel caso in cui sia presente uno smart display.
Attraverso un tap sul bottone, la ricetta verrà inviata a Google Nest Hub, il quale inizierà a descrivere la preparazione a seguito del comando “iniziamo a cucinare!”.
Implementare i dati strutturati consente quindi di ottenere dei risultati più pertinenti e più ricchi durante una query vocale e di far arrivare più velocemente l’utente all’informazione che è di suo interesse.
Quali sono i vantaggi di creare un’esperienza vocale per gli utenti?
Nel caso delle Google Actions, la tendenza di alcuni segmenti di mercato parla chiaro: la creazione di una voice experience come risposta alla ricerca di un prodotto o di un servizio è un plus su cui molte realtà stanno investendo.
Un esempio in questa direzione sono le banche, che sempre di più stanno puntando sul Voice Banking. Per esempio, ICICI Bank, l’istituto di credito tra i più rappresentativi in India, dà la possibilità ai propri clienti di consultare il conto o di ottenere informazioni circa un’operazione finanziaria attraverso Google Assistant.
Nel caso dell’implementazione dei dati strutturati, il vantaggio risiede nel fatto di poter fornire all’utente una panoramica più ampia di informazioni in risposta alla sua query. Non solo: i dati strutturati permettono di indicare la fonte dei contenuti che vengono proposti all’utente, con la possibilità di pronunciare il nome di un brand come referenza, aumentando la possibilità che la persona se lo ricordi e che lo associ a un’autorevolezza sull’argomento di interesse.
Grazie a una strategia di Voice Search Optimization, è possibile aumentare la propria brand awareness e far crescere il numero di utenti che accedono ai servizi o che vengono indirizzati su alcuni prodotti.
La Voce diventa un touchpoint di valore e facilita gli utenti nella ricerca quotidiana di servizi, prodotti e informazioni. Inoltre, risulta semplice e piacevole da utilizzare.
Queste caratteristiche, unite a una strategia vincente che sappia individuare l’esperienza vocale più performante (a livello di tecnologia, di tono di voce e di personalità dell’assistente), creano il successo della presenza vocale di un brand.
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